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UNIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA "CARBONARA"LOC. “CANALI CERBUS” VIA DEI CORMORANI N. 6 09049 VILLASIMIUS – SU P.I. 01758980922 ISCR. REGISTRO DITTE CA: 213136/99 TELEFONO - CELLULARE 338 2196015 iscrizioni FITAV: CA07 - CONI: 55800 - RAS - SAR02071
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I SERVIZI : DIFESA AMBIENTALE, PREVENZIONE INCENDI E PROTEZIONE CIVILE LA SQUADRA IN FESTA: “MESSA A DIMORA DI UN ALBERO PER OGNI BIMBO NATO O ANAGRAFATO A VILLASIMIUS anno 2005 ultimo impianto programmato e attivato da U.S.D. CARBONARA
EX DIPENDENTE IN SERVIZIO DI TUTELA. EX SEDE OPERATIVA.
Offriamo inoltre a tutti i cacciatori associati, l’assistenza necessaria per i rinnovi dei porti di fucile uso caccia e tiro, delle autorizzazioni regionali all’esercizio della caccia in Sardegna, offriamo il servizio di segreteria per tutte le problematiche inerenti l’attività venatoria e del tiro a volo orari apertura uffici: 16.00 - 20.00 nei locali del campo di tiro a volo nei giorni di giovedì, sabato e domenica. Per appuntamenti il n. 338 -2196015.
MESSA A DIMORA DI UN ALBERO PER OGNI NATO NELL'ANNO 2004.
Tutti i servizi sono offerti agli associati al costo annuale di € 20,00 di quota sociale. L’iscrizione è subordinata all’approvazione da parte del consiglio dirigente ed il costo, dell’iscrizione una tantum, è di € 10,00. PRATICANTI ATTIVITA' VENATORIA DEGLI ANNI 70.
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RAPPRESENTANZA – VOLONTARIATO - BANDIERE – POLITICA.
Prima uscita
"Il sistema democratico di rappresentanza sta lentamente lasciando il posto al potere individuale-leaderistico e diventerà irreversibile, senza la partecipazione attiva. Non avremmo voluto invadere il campo della politica, che è delegata a quei soggetti che fanno parte della rappresentanza civile, spesso volontaristica e deputata alle esigenze collettive".
I partiti ormai nascono come i funghi sotto la pioggia e perdono sempre di più i legami con la società che rappresentano. In passato esprimevano la identità collettiva di quel gruppo e sotto quella bandiera operavano le scelte, gli indirizzi, formavano il personale, lo selezionavano per rappresentarli ed erano sempre a diretto contatto col territorio. Quasi sempre conoscevano la maggioranza dei cittadini, che aveva espresso col voto, la volontà di omologare quella rappresentanza. Era dovere dare il proprio apporto, quando democraticamente venivano selezionati.
I nuovi eventi stanno seppellendo le rappresentanze democratiche e lasciano il campo libero al potere individuale-leaderistico, che senza tanti preamboli, perdita di tempo o contratti sceglie coloro che potranno portare acqua al proprio mulino. Una volta eletti il dovere civico passa in secondo ordine. Resta in piedi il potere gerarchico quasi oligarchico, difficilmente si sopportano i dissensi, prevalgono le ragioni di posizione e la obbedienza al capo, perché è lui che dispone e nomina. I consiglieri, hanno il solo dovere di rappresentanza. La maggioranza dirà sempre e solo si, al massimo si asterrà, difficilmente sarà contraria. La minoranza, con quei rapporti di forza, può operare la sola contrapposizione alla proposta, ma non potrà mai essere incisiva. Per cui resta in piedi l’astensionismo, l’individualismo-leaderistico, assecondato anche dai residenti fantasma, che si spostano là dove c’è bisogno del voto. Il richiamo ininterrotto al voto è la costante che porta "al tramonto della rappresentanza", al seppellimento dei partiti, delle bandiere e farà sì che anche il volontariato territoriale abbandoni e lasci spazio al volontariato esterno o al servizio civile universale. Non sarà un grande futuro se non verranno apportate le modifiche necessarie, per continuare a svolgere il dovere civico della rappresentanza istituzionale a tutti i livelli. Il Volontariato sarà asservito a quel potere che lo paga in cambio dei voti ricevuti e sarà difficile continuare a "mantenere in vita" le associazioni che non rispondono alla esigenze. Come sarà difficile continuare a farsi carico di quei servizi che hanno distinto il territorio ed il Volontariato con la partecipazione diretta. I territori nei quali alcune associazioni hanno operato, hanno raggiunto livelli di partecipazione, vivibilità, salvaguardia e sostenibilità insperati. In altri lo spopolamento, l’abbandono, la soppressione o il decentramento dei servizi sono inarrestabili.Non avremmo voluto invadere il campo della politica, che è delegata a quei soggetti che fanno parte della rappresentanza civile, spesso volontaristica e attenta alla esigenze collettive. Molte cose che nel tempo sono state oggetto del nostro interesse, per le quali abbiamo speso risorse di ogni genere e coinvolto il maggior numero di prestatori d’opera, non hanno ottenuto quell’interesse che avrebbero meritato nel settore sportivo, in quello ambientale e della protezione civile. La stampa locale e nazionale, nell’ultimo periodo si sta sempre di più attivando a difesa di detti valori. Segno evidente non tutto va bene. Come non vanno bene alcune scelte che riguardano il territorio e la condivisione dei servizi offerti. Il consenso di rappresentanza ottenuto col voto di percentuali basse dei cittadini, che hanno espresso la loro volontà, non autorizza l’individualismo-leaderistico.Villasimius li 18.06.2019
seconda uscita
La premessa di un qualsiasi progetto è necessaria per imbastire le trame, il piano di azione e gli obiettivi da raggiungere. Dovrà essere contenuta, sintetica e tale da soddisfare le attese.
Argomenti, azioni rivoluzionarie, passioni ed entusiasmi possono essere un buon punto di partenza o di continuità. L’entusiasmo e la passione non potranno durare all’infinito e sono, per giovani o arrivisti alla ricerca di gloria, la linfa necessaria. Gloria effimera, passeggera che porterà all’abbandono della rappresentanza se non supportata da risultati positivi. Le strutture dedicate alla discussione democratica delle future scelte, sono state sostituite dalla tecnologia e dalle "magiche scatolette" che stanno influenzando le nostre scelte e minandoci il cervello.Basta! Si basta, abbiamo bisogno di socializzare in modo diverso. Sentirci liberi. Dialogare o discutere guardandoci in faccia. Fare attività ricreativa, sportiva e culturale nelle sedi deputate agli scopi collettivi, non per diventare attori di iniziative non consone alle nostre potenzialità, ma per mantenere in equilibrio il fisico e la mente. Vogliamo invecchiare mantenendoci giovani dentro e fuori, scacciando l’ansia consumistica ed economica, mantenendo in piedi quelle strutture che con il nostro sudore sono nate, crescono, invecchiano e non vengono considerate dalle istituzioni. Basta con i veti imposti e con l’offerta di servizi sempre più onerosi e sempre a vantaggio di coloro che manovrano la politica, la parte economica ed i loro codazzi. Basta alla svendita del territorio e dei servizi. Basta alle imposizioni burocratiche, che ci fanno abbandonare l’offerta di servizi, la socializzazione, la cultura e l’attività ricreativa. Dovrà invece proseguire il cammino, che le attività volontarie ci hanno insegnato ed abbiamo perseguito negli anni, progettando il nostro futuro con proposte mirate allo sviluppo anche delle periferie, non solo concentrando le risorse ed i servizi. L’abbandono e lo spopolamento sono il frutto di tali scelte. Manteniamo in essere uno stato "sociale" non "socialista". Rimoduliamo al meglio i piani sportivi, socio assistenziali e culturali, non per sostituirci alle istituzioni, ma per rendere fruibili i territori e ripartire al meglio le risorse disponibili. Essere presenti, credibili e preparati non significa certo sacrificarsi in eterno. Servire i pochi aventi diritto in attività sociali, per poi chiudere i battenti, per carenza dei fondi necessari alla sussistenza, non può certo essere un investimento duraturo.Abbandonare e lasciare spazio ai parassiti che si presenteranno al primo segno di cedimento, è da deboli. Continuare da soli e spesso "contro corrente", è una follia.Stando uniti con la riforma dei servizi e con la lungimiranza della nostra rappresentanza, potremmo aprire quelle porte, che la burocrazia e la pessima politica ci stanno chiudendo.Villasimius li 18.07.2019
terza uscita
Anche la legge di riforma dello sport, come quella relativa al terzo settore, è stata approvata dai nostri organi legislativi.Sia l’una che l’altra, per entrare nella piena operatività, hanno bisogno di vari decreti attuativi. Il terzo settore ha già disponibili alcuni decreti, mentre per il settore sportivo dovranno essere proposti, discussi e approvati, seguendo le linee guida della riforma, contenute nelle legge appena approvata.Le prese di posizione non sono mancate: sia per la riforma del terzo settore, sia per l’ultima riforma, quella relativa allo sport.Non siamo ancora in grado di valutare al meglio tale dettato, ma dalle prime note del Cio, del Coni e di alcune Federazioni sportive, traspare il dissenso su alcuni punti. Pare siano in contrasto con la Carta Olimpica, quindi interpretano in modo diverso il volere politico e quello sportivo.Ciò premesso, essendo portatori di interesse, vogliamo partecipare alle possibili proposte migliorative, non solo interpretando gli interessi del Cio, del Coni e di alcune Federazioni sportive, ma anche di quelli che sono la base di tutto lo sport italiano e non solo in occasione della preparazione ai Giochi Olimpici.Il disappunto della base sportiva territoriale nasce non solo dalla normativa farraginosa che viene poi gestita dalla burocrazia esasperante degli enti di appartenenza, che non facilita le modalità di accesso ai finanziamenti, alla gestione degli impianti, al miglioramento di quelli esistenti, ma dai bandi e dai regolamenti che le federazioni emanano per la successiva distribuzione delle risorse.I roboanti bandi riportanti: "Miglioramento delle dotazioni impiantistiche finalizzate alla preparazione olimpica e di alto livello", fanno capire dove finiranno le risorse disponibili.La politica deve dare le opportunità e deve valutare anche se sia necessario continuare a mantenere in essere quelle strutture periferiche, che svolgono attività sportiva dilettantistica. Crediamo che la scelta non ricada esclusivamente sugli impianti di alto livello. I futuri campioni sportivi nascono anche nelle nostre periferie, laddove sono necessari gli impianti scuola, per farli crescere e devono coesistere con gli impianti di alto livello.Tutti insieme perseguiamo gli interessi che anche la politica a volte vuole interpretare al meglio. Alla politica spetta la sintesi generale. Ciò non toglie che ogni singolo organismo possa esprimere le proprie ragioni. Prima di emanare le regole, i decreti attuativi o la pianificazione politico-economico-sportiva, una aperta discussione democratica, che faccia nascere una sintesi condivisa, non sarebbe certamente un male.
Le linee guida per raggiungere tali obiettivi non possono essere gestite in modo marginale o affidate esclusivamente alla burocrazia politica, senza aver coinvolto gli organismi che dovranno gestire le risorse. Se la riforma dello sport, che il parlamento italiano ha approvato, vuole riportare l’impiantistica sportiva dilettantistica pubblica e privata e mantenerla in essere per la sua fruibilità nel territorio, deve necessariamente dettare le regole. Il Cio, il Coni e le Federazioni Sportive dovranno poi gestire e collaborare, per ottenere i risultati che i cittadini e la politica, quella sana, auspicano, coinvolgendo le istituzioni, l’impiantistica esistente, le scuole ed il territorio. In caso contrario l’abbandono dei servizi e lo spopolamento saranno irreversibili.Villasimius li 07.08.2019
quarta uscita
Molti dubbi sono transitati nella mente del presidente mentre si accingeva, suo malgrado, ad operare sui pedali di una ruspa, per porre rimedio all’arroganza della politica, perché con ordinanza sindacale ha posto in essere una scelta, pur sapendo che avrebbe messo in crisi più soggetti."Essere o non essere" l’eterno dilemma.Perché essere? Perché non essere?
Essere per continuare, proporre, realizzare e utilizzare le opere o gli eventi.
Non essere, è molto più semplice e sbrigativo.Stare alla larga dai problemi, o molto meglio crearli, in modo da impegnare chi ha il dovere di risolverli, impegnandolo in cose inutili per farlo apparire inetto o incapace. Scrollarsi di dosso le incombenze che interessano gli altri è molto più economico e redditizio. Resta più tempo per pensare al proprio "IO". Per alcuni la delega politica è una droga. Non possono farne a meno. Anche sapendo di essere perdenti, non fanno sconti, partecipano anche facendo i gregari. Devono raggiungere gli obiettivi che si prefiggono. Altri invece sono lì ad impegnarsi solo per essere sempre sotto vento, tanto la vela spinge. (Finché c’è vento). Questo stato di cose avrebbe dovuto essere gestito con la lungimiranza che ci ha permesso di proporre ed operare, con scelte democratiche, mirate alla crescita del territorio ed all’interesse collettivo. Ci stiamo rendendo conto che quanto abbiamo posto in essere, per renderci la vecchiaia vivibile, si sta lentamente consumando. I figli dei nostri giorni, cresciuti con tutti gli interessi familiari rivolti verso i lori interessi, stanno mostrando, o forse valutando, quanto avranno ancora disponibile nel prossimo futuro, quando mancheranno quelle ancore a cui si sono oggi aggrappati. Non sappiamo ancora se le scelte attuali sono spontanee o spinte. Sta di fatto ché, il metterli di fronte a doveri diversi, forse sarà la chiave di volta, che farà loro cambiare idea, così come ha fatto cambiare idea a quel "ruspista" obbligato a dare una sistemazione a quella terra depositata lì, per motivi che non possiamo definire politici, ma di convenienza. Il futuro del territorio e del tessuto sociale che li ha visti crescere, probabilmente sarà riposto anche nelle loro scelte.Abbiamo tempo fa aperto un capitolo sulla rappresentanza politica e sul modo di interpretare le scelte della collettività.Tali atti erano mirati a far conoscere ciò che ci viene nascosto durante le continue tornate elettorali. L’abbandono della partecipazione attiva non si rileva solo dalla astensione dal voto, ma anche dalla mancata disponibilità delle persone che dovrebbero far parte della componente politica delegata. Sempre di più, nei piccoli centri urbani si riesce a convincere un solo gruppo che potrà rappresentarli e che spesso è formato dai soli componenti che stanno nella cerchia del leader. Oggi quella sana rappresentanza, che ci ha permesso di attivare quei sistemi di difesa della vita comune, ci sta sempre di più venendo a mancare. Le risorse disponibili da mettere a bilancio sono limitate alla sola offerta di servizi, da trasferimenti o da progettazioni finalizzate, da tasse di scopo e da cessioni di beni comuni.Queste sono le conseguenze della mancata assunzione di responsabilità delle amministrazioni pubbliche.Le scelte politiche operative, trasferite su progetti di intervento, se approvate e finanziate, vanno seguite e portate a conclusione nei tempi previsti e rendicontate ed il funzionario incaricato deve interpretare e portare a conclusione la scelta fatta dalla politica e non deve sostituirsi ad essa.Il responsabile politico generale (oggi Sindaco - manager) si ritrova ad operare con i "malpancisti" (i Consiglieri), che si sentono usati, non pagati e per giunta non assecondati durante le scelte politico-amministrative che sono delegati a svolgere.Villasimius li 08.06.2022
quinta uscita
Dopo aver invaso il campo che appartiene alla politica, alla luce delle riforme adottate, riguardanti il Terzo Settore e le prese di posizione di più autorevoli commentatori, utilizziamo un paragrafo dell'autrice CLAUDIA FIASCHI, che nel testo riguardante le Energie delle Rivoluzioni Civili dal titolo "TERZO" scrive:"Non spetta al Terzo Settore assomigliare alla politica - alla destra o alla sinistra o al centro - ma è compito delle diverse forze politiche sintonizzarsi adeguatamente sulle priorità sociali della comunità che volontari e operatori, con il loro impegno quotidiano, raccolgono e raccontano; spetta alla politica valorizzare lo strutturale contributo del Terzo per proteggere e promuovere la coesione sociale nel Paese per migliorare l'impatto delle politiche e l'efficacia della spesa."
Con i nostri scritti e con tutti gli altri commenti contenuti nel testo appena citato riteniamo di aver smosso, almeno in parte, quelle acque stagnanti che riguardano il terzo settore e le loro attività.
Vllasimius 20.09.2022
uscita dopo aver visionato i programmi e le liste presentate per il rinnovo del consiglio comunale di Villasimius
Con le note che precedono abbiamo dato atto di aver invaso il campo della politica pur non avendo avuto deleghe specifiche per rappresentarle, ma solo per tentare di risvegliare la coscienza collettiva essendoci ritrovati in una situazione ed un ambiente che ci appartiene e non possiamo utilizzare.Non siamo stati partecipativi durante la fase di preparazione delle liste e dei programmi. Sono in corso di presentazione ai cittadini per convincerli e far proprie le linee programmatiche. Oggi vogliamo continuare quel percorso iniziato nel 2019, per informare i propri associati sulle proposte e sui contenuti dei programmi mirati ad eliminare le anomalie, necessari per superare i momenti di crisi, e per risvegliare la "POLITICA".Quella politica rappresentativa che ci univa e ci permetteva di programmare, regolamentare e governare i beni comuni da troppi anni si sta trasformando, e non vogliamo che diventi "bene personale" di chi ci amministra.Da troppo tempo Villasimius è invasa da personaggi che galoppano al loro servizio.Abbiamo potuto ragionare in termini di rappresentanza politica costruttiva per circa 30 anni dove il compito dei residenti era quello di seminare per poi raccogliere. Ci siamo resi conto, troppo tardi, che la svendita dei beni posseduti ci avrebbe portato in una direzione diversa da quella sognata. Ciò nonostante siamo riusciti a frenare l’espansione urbanistica costiera e polarizzare le volumetrie nel tessuto urbano esistente, ma non siamo riusciti, o forse non abbiamo voluto fermare i galoppini che hanno invaso anche i poteri decisionali. I beni comuni appetibili sono stati a suo tempo svenduti per permetterci di realizzare i sogni e iniziare la realizzazione delle infrastrutture e le opere di urbanizzazione necessarie per sviluppare il territorio. Ci siamo resi conto che sono state realizzate, ma ci stanno sfuggendo di mano.Abbiamo attivato tutte le difese necessarie per continuare il percorso, ma abbiamo constatato che il dialogo costruttivo che ci aveva permesso di essere rappresentativi nella difesa del territorio e nell’attivazione di servizi, poteva ritenersi concluso durante le ultime due legislature. Abbiamo preso atto degli accadimenti ed abbiamo mantenuto in essere le attività sportive e ricreative che la politica cittadina sta da tempo negando a quelle fasce di cittadini i quali non sono più considerati attivi.La rappresentatività ormai viene utilizzata nelle sole campagne elettorali, una volta fatto l’elenco delle favole da leggere nelle notti di luna piena, ed avuto il consenso dell’elettorato, lasciamo poi lo spazio necessario al leader eletto ed alla sua burocrazia; a noi resta solo la speranza e le favole che ci raccontano.Le due liste in campo sono la rappresentanza di tutti i residenti Villasimiesi ed i votanti "non Villasimiesi ".Saranno certamente loro a dare il lasciapassare per insediare le rappresentanze e dovranno scegliere coloro i quali potranno darci le migliori garanzie.Una cosa ci fa ben sperare le liste presentate e ancora in campo sembra rappresentino il frutto dei nostri interessi territoriali e ne siamo lieti, perciò diamo loro la possibilità di esprimersi, di migliorarsi e di crescere nell’interesse collettivo.
Villasimius 02.05.2023
Mario Boi, presidente U.S.D. Carbonara